Il famoso detto che dice “Il mondo è bello perchè è vario”, è proprio vero, soprattuto quando si parla di cibo.
Le diverse culture, con le proprie tradizioni e i loro segreti culinari, rendono l’arte di mangiare un’avventura tra i sapori, i profumi e i colori.
Non si può certamente generalizzare quando si fa il confronto tra alimentazione occidentale e quella orientale.
Possiamo però soffermarci sulle varie differenze.
Oggigiorno, nei paesi occidentali, si tende a consumare grassi animali, dolci, farinacei, carne rossa, frutta, verdura, olio extra vergine di oliva, latte e derivati.
In oriente, in Cina e Giappone per esempio, si consuma molto pesce, tanto riso, non si usa il latte vaccino, si fa molto uso della soia e dei suoi derivati (tofu), e varie verdure bollite, cotte al vapore o saltate in padella. La loro cucina, con piatti leggeri, a volte anche veloci, è semplice e raffinata, con l’alternanza di cibi freddi e caldi per l’armonia dell’equilibrio dello yin e dello yang.
La cucina indiana, invece, è ricca di colori e spezie, e si basa sui prodotti della terra come legumi, verdure e cereali, arricchiti da salse che esaltano i sapori.
La cucina africana è composta da alimenti semplici, del posto, che vengono sapientemente conditi. La grandissima estensione del continente fa sì che la cucina sia variegata perchè influenzata da culture diverse.
C’è una prevalenza di cultura araba nella zona del nord e del Sahel, della cultura indiana nella parte centro-occidentale, e delle culture europee nella parte colonizzata del sud.
Hanno, comunque, in comune l’usanza del piatto unico a base di farinacei accompagnati da carne e verdura.
Molti popoli africani, generalmente, mangiano da piatti comuni, seduti per terra scalzi, con le donne separate dagli uomini.
Il cibo viene preso con la mano destra (la sinistra è considerata impura) con pollice, indice e medio, in piccole porzioni. E’ considerata buona norma non mangiare avidamente e lasciare sempre un pò di cibo nella ciotola, per rispetto del padrone di casa.
All’inizio e alla fine del pasto viene portata una brocca con acqua per lavarsi le mani.
Questa usanza risale a molti secoli fa, quando gli antichi greci usavano portare il cibo alla bocca, con le mani, già sminuzzato, e di lavarsi le mani con acqua profumata tra una portata e l’altra.
Il continente asiatico comprende un gran numero di etnie.
Le cucine più importanti e note sono quella cinese e quella indiana, a loro volta caratterizzate, trattandosi di tradizioni relative a territori molto vasti, da forti differenze regionali.
A grandi linee, la cucina cinese presenta una storia di sviluppo molto articolata, anche attraverso numerose scuole di cucina distribuite nel vasto Paese, e una grande duttilità nell’utilizzo degli ingredienti, pur escludendo per lo più il latte e i suoi derivati.
La cucina indiana, nel corso della storia, è stata maggiormente condizionata dai precetti delle diverse religioni (indù, buddista, gianseinista, musulmana ecc.) e dai più estesi contatti con altre popolazioni, fino alla colonizzazione inglese e portoghese.
Latte e derivati trovano in questa cucina un impiego di lunga tradizione, insieme a un intensivo e molto variegato utilizzo di numerose spezie.
La cucina araba fa riferimento a uno stile alimentare con tratti condivisi da popolazioni che vivono in aree geografiche piuttosto estese, comprese tra l’Oceano Atlantico ed il Mar Mediterraneo, l’Oceano Indiano e l’Africa subsahariana, in diversi paesi tra cui Iraq, Yemen, Marocco, Egitto, Libano, Siria, Palestina e così via.
Il riso viene utilizzato come ingrediente base nella preparazione di diversi piatti anche dolci, per esempio vari tipi di budini.
Il frumento viene impiegato soprattutto per il pane o sottoforma di semolino, come ingrediente base del cous-cous di origine berbera.
Le carni maggiormente utilizzate sono quelle di origine ovina e il pollame, ma vengono consumati anche il manzo e talora il cammello .
È esclusa le carne di maiale, vietata dai precetti religiosi.
Le carni vengono frequentemente cotte sotto forma di stufati con verdure o allo spiedo (kebab).
Data la scarsa conservabilità del latte sono molto diffusi i prodotti ottenuti con la fermentazione quali yogurt e formaggi. Lo yogurt più diffuso è detto in arabo labneh.
Simile allo yogurt greco o al dahi dell’India.
Spezie ed erbe – Molto usati cumino, turmerico, zafferano, cannella e semi di sesamo.
In particolare, cannella e zafferano rientrano tra gli ingredienti di cibi salati e dolci e anche di bevande.
Tra le erbe viene fatto un grande uso di timo e di menta.