Le inquietudini sugli eccessi della scienza e sui limiti etici nel poter decidere della vita e della morte – o addirittura nel ritardare indeterminatamente quest’ultima – sono sempre state fonti di suggestioni per il cinema horror.

Ad aggiungersi a un filone già ricco arriva ora questo

Breeder, secondo lavoro da regista del danese Jens Dahl (già sceneggiatore di Pusher – L’inizio di Nicolas Winding Refn). La trama ruota intorno al personaggio di Mia, sposata con Thomas, dipendente di una ditta di bio-hacking che sta sperimentando un trattamento per far regredire l’invecchiamento.

Quando una ragazza, sotto shock e coperta di sangue, bussa alla porta della coppia chiedendo aiuto, Thomas si offre di accompagnarla in ospedale. Ma, come Mia presto scoprirà, i due non si sono diretti affatto verso l’ospedale: Thomas è infatti complice di un programma di rapimento e segregazione di giovani donne, allo scopo di estrarre il loro DNA a beneficio dei clienti dell’azienda.

Quando Mia si mette sulle tracce del marito, finirà per diventare a sua volta bersaglio degli aguzzini.